mercoledì 24 luglio 2013

Creazina



Sono in uno di quei momenti della vita che non sai come, il tuo corpo fa le cose da sé: tipo si alcolizza, va in giro, vede gente, lavora, scrive, bestemmia, prende treni... Insomma fa tutto il suo dovere anche senza di te. E tu sei un pò perplesso perché dici 'ma com'è possibile che il mio corpo vada avanti anche senza di me??'

Ebbene, il mio corpo ha anche iniziato a collaborare con una webzine veramente interessante: Creazina. Mi fa un pò sorridere perché è una rivista legata allo IED di Roma, mentre io vengo da Via Zamboni 38, ma Creazina mi ha accolto alla grande e già mi sento a casa.

Questo è il primo articolo. Si parla di Squadro, la stamperia d'arte/galleria più figa che c'è.
Anche i ragazzi di Squadro mi hanno accolto alla grande, tanto amore per loro!

Insomma ecco qua, il nostro corpo può fare tante di quelle cose in totale autonomia, come se niente fosse...

Uhm -.- forse adesso comincio a capire gli eventi di questi ultimi mesi, vabè. 

giovedì 11 luglio 2013

Picasso baby vs Guantanamo bay

PREMETTO che l'arte è la mia più grande passione da sempre. L'ho fatta diventare il mio percorso di studi, la meta dei miei viaggi, il primo dei miei interessi e l'argomento centrale delle mie conversazioni. Ultimamente mi sono dedicata alla street art e ai graffiti (pur riconoscendo che questi fenomeni sono già in fase di sputtanamento) perché mi irrita lo status del mondo dell'arte, e ancora di più l'atmosfera delle gallerie d'arte contemporanea. Perché vicino a me vedevo sempre snob fuori dal mondo, con vestiti che costavano più delle opere (già sopravvalutate da logiche commerciali).
Va aggiunto che nel frattempo mi ero innamorata di un rapper underground, e da lì ho imparato a conoscere ed apprezzare un tipo di hip hop, certo non quello che si vede in tv (il buongusto non l'ho ancora perso, e nemmeno il femminismo).

Ecco perché l'evento che sto per raccontarvi mi ha disgustato due volte...
Jay-Z e Marina Abramovic. Cavoli e nutella, sneakers col tacco, Fabio Volo che fa filosofia, sono tutte coppie ossimoriche che mi stanno frullando in testa per cercare di descrivere il fenomeno e l'effetto che mi fa. Ma perché oggigiorno finisce tutto in trashata? Perché bisogna sempre STRAfare?

E` la morte della performance, qualcuno ha detto. Pure quella dell'hip hop se vogliamo, che ormai è un gioco di imprenditoria, e con la storia del fagoCitare (i produttori campionando vecchia musica, i writer con i puppets, gli mc rimando sulla tradizione letteraria) si è finito per esagerare, cioè per sminuire tutto. Voglio dire: può essere tutto molto figo, ma devi farlo bene. Lo devi aver letto un libro prima di citarlo. La dovresti conoscere l'arte prima di comprarla o di farci sopra una pagliacciata.

Che poi il postmoderno è finito da un pezzo.

La tradizione della performance era una cosa seria, non una trovata da guerrilla marketing per vendere più copie. La performance non è uno spettacolo come i concerti di jay-z, ma l'esatto contrario: un'azione autentica nel mondo reale.

Che poi eravate voi rapper a ripetere "keep it real".

Insomma a me sembra che con quei goffi passetti, Marina e Jay abbiano danzato una penosa danza della morte al ritmo di Picasso Baby (è questo il titolo del brano, e nel testo ci sono più nomi di artisti che parole di senso compiuto). Alla faccia della realtà, Jay-Z ha cantato persino in playback... di performativo se vuoi c'era la durata: 6 ore di spaccamento di palle.

Questo senso di morte riporta la mia mente al video di sensibilizzazione di Mos Def . Ok sarò di parte, visto che preferisco 1000 volte Yasiin Bey a Jay-Z, ma almeno dobbiamo riconoscere che qui c'è un messaggio da comunicare, una realtà nuda e cruda da denunciare: i detenuti in sciopero della fame a Guantanamo e l'atrocità dell'alimentazione forzata.

La differenza tra le performance dei due rapper starebbe solo nel loro posizionamento commerciale? Uno per i fighetti amanti di Keith Haring e delle Louis Vuitton, e l'altro per un pubblico più conscious, Marx in mano ed espadrillas ai piedi? A voler essere cinici si può anche vederla così, ma intanto TECNICAMENTE quella di Mos Def rispetta di più i canoni della performance. Per cominciare si è davvero fatto infilare un tubo su per il naso. Se poi il suo pianto fosse vero non posso azzardare a dirlo, visto che il rapper è diventato un attore professionista. Ma qui, ripeto, c'è lo shock della realtà. Questo video ti dice "svegliati" anzi ti dà proprio uno schiaffetto. Cosa c'è dietro all'ambaradan di Jay-z? Un geniale imprenditore senza dubbio. E il nulla, fotografato e filmato a ripetizione. Se vogliamo vedere l'opera d'arte, dobbiamo concentrarci sul pubblico e i loro smartphone. L'opera allora sarebbe l'insieme dei filmati prodotti e riprodotti dagli stessi telefoni che magari hanno scaricato in anteprima l'album di jay-z, divenuto disco di platino prima ancora di uscire, grazie ad un accordo milionario con samsung. Jay-z ha cavalcato l'era degli smartphone e della pirateria: questa se vuoi è la sua performance invisibile. E questo articoletto di periferia entra a tutti gli effetti nella sua grande opera relazionale (tutto è pianificato e ben accetto, purché se ne parli, purché si venda).
 Jay-Z vaffanculo a te.